cibus

Piera Mattei
Cibus

Non vi è dubbio che autentica poesia del cibo sia quella che si crea e si celebra tra i fornelli e la tavola. Ma qui parliamo di parole, della materia prima della scrittura.

Cominciamo quindi col frugare in quelle particolari dispense che sono i vocabolari, dove cibo non è parola frivola. Cibo dal latino cibus. E qui ci fermiamo. Si tratta di una di quelle parole che definiremmo “prime”, come quei numeri che resistono a ogni ulteriore scomposizione. [...] nella sua valenza biologica e fisica insieme, è parola lontana da ogni commozione: definisce la materia organica che l’animale consuma per continuare il ciclo della vita. Cibo, se usato senza aggettivazione, è entità necessaria e potente, benché passiva nell’atto di essere consumata.

 

Quando Cristo insegnò ai discepoli la preghiera del Padre nostro, quella richiesta di pane quotidiano aveva un senso letterale molto profondo, oggi incomprensibile. E viene da pensare che rivoluzioni, (o involuzioni?) che riguardano aspetti non secondari della nostra vita e della nostra cultura, povertà e ricchezza, avvengono spesso con movimenti di una violenza appena percettibile, mediante l’uso della persuasione, cioè della sapienza pubblicitaria.

Pagine: 76 | ISBN: 9788866830368 | ISBN-A: | Prezzo: € 10,00 Acquista

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