Sergej Gandlevskij, nato nel 1952 a Mosca da padre ebreo e da madre di religione ortodossa, è considerato dalla critica russa un classico vivente. Cresciuto in una famiglia di orientamento antisovietico, il poeta è un tipico rappresentante dell’underground moscovita dell’epoca di Brežnev: ha alternato i lavori più disparati (assistente teatrale, guardiano notturno) e ha diffuso i suoi versi solo attraverso il canale del samizdat. Dalla fine degli anni ’80 si è affermato come uno dei più interessanti poeti contemporanei, ha lavorato come conduttore di programmi culturali alla radio e ha tenuto seminari all’Università Umanistica di Mosca (RGGU). Dal 1994 è responsabile del settore critico e pubblicistico della prestigiosa rivista russa “La letteratura straniera”.

Ha pubblicato numerosi volumi di poesia, due romanzi, una raccolta di saggi e la prosa autobiografica Passato senza pensieri (2012). Ha vinto numerosissimi premi letterari tra cui il premio speciale della Fondazione Josif Brodskij (2013). Ha partecipato al “Festival delle Letterature” di Mantova nel 2011. La sua poesia è stata tradotta in un gran numero di lingue.

 La ruggine e il giallo