Il lungo itinerario di trasformazione della sofferenza di Laura Corbu muove da un amore non corrisposto, si snoda attraverso lavori duri e difficili, guadagna una meta provvisoria attraverso la scrittura di una sorta di autobiografia. La scrittura di Laura, lineare e semplice ma mai banale, riflette lo sforzo di un’anima di strappare territori di felicità, gioia e consapevolezza all’oscurità della vita, alla depressione, all’infelicità, all’angoscia. Laura ci racconta quello che sappiamo o dovremmo sapere: che la vita è un lungo conflitto per ciascuno di noi, di crisi, di trasformazione. Ce lo racconta senza celare mai la sua condizione di “paziente”, anzi raccontando e narrando della sua “malattia”, senza indugiare ma anche senza dissimulare nulla. Da Laura un grande ammonimento per me che faccio lo psichiatra: non tralasciare mai con nessun paziente di usare ogni strumento di creatività e di trasformazione della realtà, così come l’editrice Mattei ha fatto, dando spazio e aspettando Laura.

Antonio Mancini, psichiatra